DATA-BASE INCIDENTI
INCONVENIENTI DI VOLO
Invia la tua segnalazione a:
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Verrà aggiunta in testa a questo Data-base appena possibile.
Per ora il data-base sarà un semplice elenco progressivo; in prospettiva
diventerà un vero data-base strutturato.
Chi vuole occuparsi dell'organizzazione dei dati dia la propria disponibilità.
Grazie.
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LA
TUA ESPERIENZA
Aiutaci ad aumentare il livello di Sicurezza della Nostra
Attività di Volo raccontaci ciò che non hai mai raccontato, aiuterai TUTTI
NOI.
Inviando un Tuo messaggio, con un resoconto di un evento di pericolo o di un
inconveniente a Te occorsi, di un malfunzionamento di un particolare del Tuo
velivolo, di problematiche ambientali del Tuo campo di volo e della zona in cui
operi fornirà quel precedente conosciuto che potrà anche
SALVARE
UNA VITA.
Eugenio Veccione - Comm. Sicurezza FIVU
e.vecchione@tin.it
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DATA-BASE INCIDENTI
INCONVENIENTI DI VOLO
Invia la segnalazione
anche alla
FIVU/SV
usando questo modulo
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09/2013:
incidente mortale a Majano
Il Gazzettino.it "UDINE - Un
infermiere di 30 anni, Tommaso Zuzzi, di Majano
è morto questa mattina intorno alle 8 dopo essersi schiantato con il
parapendio a motore sul muro di una fabbrica a Rivoli di Osoppo.
La vittima era
decollata poco prima dal locale campo ed è finito contro il muro di una ditta.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco.
Durante il decollo con il proprio parapendio a
motore, ha perso rapidamente quota sino a schiantarsi contro il muro
posteriore di un negozio di mobili, ed è morto sul colpo.
Le cause dell'incidente sono in corso di accertamento e i carabinieri hanno già
sentito alcuni testimoni che hanno visto il parapendio decollare e poi
schiantarsi. "
15/11/2013 "Spett.le organizzazione, ... la ricostruzione fatta dai testimoni ha delineato uno scenario in cui lo stacco
da terra è avvenuto circa a metà pista. Poi una presa quota progressiva (fino a
raggiungere almeno i 20 mt) con movimenti sempre più forti e apparentemente
incontrollati di wingover ed un'improvvisa e violenta virata a destra (peraltro
contro il senso del circuito) con perdita repentina di quota da una altezza di
20 metri fino ad una altezza di 4, dove poi è avvenuto l'impatto sul muro,
fatale. Tra il punto di quota massima (sulla verticale dell'asse pista di
Rivoli, 25 metri a nord oltre testata pista) ed il muro ci sono circa 60 metri
di distanza. Si suppone, dato l'esito mortale, che la velocità del mezzo
non fosse inferiore a 50 km/h.
Sono grato qualora vogliate omettere eventuali commenti alla notizia.
Puoi mettere su questo sito la spiegazione che, ripeto, e' stata da me
ricostruita sulla base di ricognizione sul posto col testimone da varie
angolazioni visive.
Ovviamente sono pronto ad accettare letture e opinioni sul tipo di dinamica
ricostruita. Al momento l'evento e' di difficile interpretazione, a mio parere e
non solo.
Grazie.
Mattia Zuzzi" mattia.zuzzi@gmail.com
Pilota di aeroplano, PPL single engine propeller"
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31/08/2013
Emergenza spegnimento motore ben gestita:
http://www.youtube.com/watch?v=7r5jN9g6jUw
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25/04/2013: incidente mortale nel Mantovano
Articoli
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03/2013: Barcelona, piloto paramotor de 32 anos morreu após cair no mar, costa
da Cubelles Por razões desconhecidas, o paramotor caiu a cerca de 100 metros da
praia.
LINK
NON SI VOLA SULL'ACQUA !
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Mercoledì 3 ottobre 2012 10.36 Oggetto: [paramotore] incidente
Mi hanno appena informato che Massimo Ricci P. di Ravenna ha fatto un brutto
incidente in decollo. Da quello che so è stato recuperato in elicottero e le sue
condizioni non sono buone, ma ci sono difficoltà ad avere informazioni sicure.
Aspettiamo tutti notizie positive.
Diego Per il volo
Massimo era appena decollato con la sua attrezzatura abituale (Viper + Monster)
dal campo dietro casa, che usava regolarmente. Quindi nessuna strana
sperimentazione. Solo che la giornata non era delle migliori, vento da sud,
quindi sporco, e per di più in sottovento agli edifici della scuola di agraria.
Ad un'altezza di circa 15/20 metri ha subito un collasso della vela,
irrecuperabile data la poca quota. Le sue condizioni sono assai critiche. Ora è
in coma farmacologico all'ospedale di Cesena, mi auguro che possa farcela. Già
una volta è uscito indenne da una brutta avventura: ricordate paramotore finito
in mare a Cervia per la turbolenza innescata da un elicottero
Pietro D'Intino
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04/2011, Meeting Trasimeno: rottura serbatoio
"....stamattina, mentre gironzolavo per la verde prateria del Meeting, in
attesa che la copertura nuvolosa lasciasse spazio al sole, avvicinatomi alla
zona trike ho assistito ad un incidente che si sarebbe potuto trasformare in una
tragedia:
un paramotore al decollo, premetto che operava al di fuori dell'area espositiva,
in uno spazio privo di ostacoli e persone, durante la corsa di lancio, insaccava
a terra prima di prendere lo spunto di decollo. Nel colpo il serbatoio o una
tubazione si rompeva e fuoriusciva una enorme quantità di carburante che veniva
nebulizzata dall'elica durante il volo. Il pilota non si accorgeva di nulla (no
radio) e dopo un voletto di circa 1 minuto atterrava suppongo per arresto del
motore. In quei lunghissimi secondi che sono seguiti noi limitrofi abbiamo
vissuto una grande ansia al solo pensiero che se si fosse incendiato (lo scarico
era lì..) non staremmo qui a fare gli sciocchi, ma piangeremmo una tragedia ed
un amico parapilota in meno: le fiamme lo avrebbero inghiottito e fatto
precipitare.."
Guido Alemagni Pimpinelli
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11/2010:
Rapporto di Inconveniente di Volo
LINK
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21/05/09 INCIDENTE MORTALE
TRAGEDIA A CASTELLARANO
Si schianta con l'ultraleggero - Muore a pochi metri da casa
Un rappresentante 46enne originario di Formigine è caduto col
suo parapendio con carrello nel comprensorio ceramico reggiano intorno
alle 20,30 in via Manganella. L'incidente causato forse da una turbolenza.
Reggio Emilia, 21 maggio 2009 - Disgrazia nella serata di ieri
nel comprensorio ceramico reggiano dove un ultraleggero paracarrello
(una sorta di paracadute carrellato) è precipitato intorno alle ore 20,30 in Via
Manganella del comune di Castellarano.
Nonostante gli immediati soccorsi e tutti i tentativi praticati dai
sanitari inviati dal 118 per rianimare il conducente dell’ultraleggero, Luciano
Barbieri,rappresentante di 46 anni originario di Formigine e residente a
Castellarano, è deceduto per le gravi lesioni. Le cause
dell’incidente sono ora al vaglio dei carabinieri della Stazione di Castellarano
che sono intervenuti sul posto. Non si può escludere che il parapendio sia
precipitato per una turbolenza improvvisa.
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RAPPORTO DI INCONVENIENTE DI VOLO
Sabato decollavo in collina con un PRM nuovo di zecca. Dopo pochi secondi di
volo, il motore ammutoliva. Atterrato in fondo alla valletta, risalivo a piedi
il pendio con la mia croce sulle spalle (25 kg di PRM!), poi di nuovo giù e su
con la vela. Fisicamente stremato, riavviavo il mezzo che funzionava come un
orologio (acc! pork!). Attribuivo quindi la piantata al pulsante di massa,
eccessivamente esposto, e decidevo di non ridecollare fino a che non avessi
preso provvedimenti.Il giorno dopo mi recavo in aviosuperficie (questa volta in
pianura!) e riavviavo il motore. Questi sembrava funzionare a dovere, ma memore
dell'esperienza del giorno prima, provavo a mantenerlo in moto a terra per un
po' di tempo. Ecco infatti che, senza alcun preavviso, il motore perdeva colpi,
tendeva a morire per poi riprendersi, a tratti funzionando e a tratti no.
Decidevo che dovesse avere problemi di alimentazione, e senza nemmeno guardare
cosa potesse essere, lo riportavo immediatamente in officina, anche un po'
incazzato visto che avevo appena staccato un cospicuo assegno per quell'affare
che non voleva funzionare facendomi perdere ben due giorni di volo (!).
Smontando subito il carburatore, il meccanico scopriva semplicemente che.. era
pieno d'acqua! Dubito fosse in origine contenuta nel carburante, perché uso un
imbuto separatore e comunque non mi é mai successo, più semplicemente il
serbatoio o le tubazioni nuove dovevano avere tracce di condensa o altro. Da
notare che il motore aveva già fatto mezz'oretta al banco e diverse prove a
terra, e solo dieci secondi dopo il primo decollo decideva di manifestare il
problema... 'Mortacci sua..
Davide Tamagnini 11/04/2006
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RAPPORTO DI INCIDENTE (mortale)
Sabato
7/1/2006, durante un raduno in Belgio è deceduto a causa di un incidente di volo
il pilota e amico Jean Bossyut. Non sono ancora noti i motivi e la dinamica
dell'incidente. E' però, per quanto ne sappia, il primo incidente mortale, se si
escludono tre annegamenti (di cui due in Italia), avvenuto durante un'attività
di volo in paramotore negli ultimi 17 anni.
Tutto il mondo del PRM è in lutto. Speriamo che si tratti di un caso unico e che
non si debba iniziare un triste bollettino di guerra, come sta avvenendo nel
mondo degli ULM.
Il nostro è considerato uno dei mezzi più sicuri, e solo la componente umana è
il fattore di rischio. Sia di monito per tutti.
Un pensiero alla moglie ed ai tre figli di Jean. Per i funerali la moglie ha
chiesto espressamente un corridoio d'onore composto dai paramotori dei suoi
amici di volo all'uscita della chiesa.
Pietro d'Intino
"Today 7th of
januari 2006, I have lost a dear friend, and one of the best paramotor pilots in
the world. While doing a tandem trike flight, Johan Bossuyt and passenger died
in a terrible accident. No words can explain the grief his family, friends and I
am in. My deepest sympathy to Johan's and Bert's family. We will miss you,
we will miss you so much... Fly High Johan & Bert you will always be in
our harts."
http://www.parafun.be/
Ancora sull'incidente di johan in belgio una persona che conosco di cui mi
fido mi ha assicurato che il GPS ha misurato 32 m/s. ora io non so esattamente
se il gps possa misurare solo la velocità verticale, o se sia la velocità nella
linea in discesa. In ogni caso corrisponde a 115 Km/h che mi sembra veramente
troppo per una struttura come il parapendio.
Speriamo che questa follia della rincorsa del record di discesa finisca presto
diego cecchetto 16/01/06
Non vorrei tediarvi, se non vi interessa non leggete. nei
gruppi sul paramotore all'estero avevano interrotto l'argomento per rispetto del
lutto su richiesta della famiglia.
Ora si ricomincia a parlare di questo incidente. L'ultima cosa di cui sono
venuto a conoscenza ha dell'incredibile, specialmente conoscendo Johan, pensavo
che non fosse uno che amava strafare, ma in questo caso ha superato il limite
specialmente considerando che tutti i professionisti che conoscevano quello che
stava facendo lo avevano pregato di smetterla subito. Il costruttore della
macchina ammette che si possano raggiungere tassi di discesa estremamente
elevati (25m/s,che mi sembra già un valore talmente alto da non averne proprio
bisogno) e la vite sia recuperabile grazie ad un sistema di comando particolare
che agisce sull'assetto della vela.
Johan si era messo da giorni a "cercare il limite" e telefonava spesso al
costruttore ed amici per informarli dei nuovi record raggiunti. Più volte aveva
superato i 35 m/s e il costruttore lo aveva pregato di non insistere.
Sembra che qualche volo prima dell'incidente sia stato registrato un -50 che non
può che lasciare a bocca aperta, non per il risultato in sè ma sul perchè si
debba proprio cercare la morte in un modo così stupido.
Il -50 è vero, strumento I-quest e la velocità è quella verticale, di cui si
deduce una velocità verticale di circa 180 Km/h e una all'aria molto superiore a
200. Il calcolo della accelerazione centrifuga lo può fare chi ne è all'altezza,
mi aspetto valori molto superiori a quelli ritenuti universalmente sopportabili.
Non voglio insitere sul comportamento assurdo di una vittima, tra l'altro
persona cui ero affezionato, ma solo sperare che questo sia uno stimolo per chi
voglia riflettere.
- Johan NON era un collaudatore, ma in effetti era questo che si era messo in
testa di fare, nessun collaudatore professionista si sarebbe comportato così.
- Faceva biposti senza licenza e senza assicurazione.
- Ha fatto acrobazie con passeggeri, con una macchina che non è certo abilitata
a fare questo.
- Ha superato deliberatamente il limite della macchina e anche quello del buon
senso, coinvolgendo un passeggero che sicuramente era affascinato dall'acrobazia
ma non sapeva cosa rischiava.
Chi pensa di non averlo mai fatto scagli la prima pietra.
diego cecchetto 12/02/06
Hello,
I would like to add some comments and demand a rectification about a posting
that has been made on your website regarding paramotor accidents.
(http://www.paramotore.org/databaseincidenti.htm)
On the website you mention the accident that occurred to Johan Bossuyt and his
passenger Bert.
Several things you say within this posting are purely based on speculation and
hearsay. They do not comply as to what really happened.
Whoever told you this also have gotten this information through hearsay or are
simply saying it to get commercial advantages and to bring down a team of
wonderful pilots using wonderful equipment
The fact that you say that Johan has called the constructor and continuously
bragged about his fast descent rates and new records is simply not true.
Before you actually posts stuff that is public you should make sure they are
absolutely correct.
Johan was a very skillful pilot and would have never made such extreme maneuvers
with a passenger, especially a passenger who is not used to flying.
Although I can agree that during other flights the machine was tested, but never
to these limits. The constructor (Fresh Breeze) even told me that they did
several tests and tried to get the same descent rates as during the accident.
Whatever they did, they could not get to the same descent rates. Now, this must
tell you something. It should tell you that whatever happened should not be
possible in normal flight (even during acrobatics) , therefore some external
condition, some failure or unexpected uncontrolled force prevented the Xcitor
from exiting the maneuver.
Saying that the passenger was fascinated by acrobatics is also simply not true.
Saying that they exceeded 35 m/s descent rates all of the time is also not true.
Aeronautical specialists have been examining the accident and are unable until
now to determine what actually happened. Therefore I would suggest to keep to
the facts and don’t post things on hearsay or perhaps even from manufacturers
that will say anything to protect their machine (I’m not saying that this is the
case, to make it clear)
I can say this however:
The XCitor is a fantastic machine, however it does have some things that should
be changed to increase the security. I’m not saying that this caused the
accident, however it might, but again this is speculation, but even more
importantly, if a manufacturer has been made aware of these things he should try
to fix it, this to prevent accidents from happening.
My Italian is far from perfect, even very small. So I may misinterpret some of
the comments however I do felt like reacting on this topic.
Best Regards
Patrick Vandenbulcke
patrick.vandenbulcke@telenet.be 11 Agosto 2006
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RAPPORTO DI INCIDENTE
"Una brutta esperienza":
LINK
Stefano Bolognini 12/2005
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RAPPORTO DI "INCIDENTE"
Dato che anche in
Italia sta crescendo l' interesse per i PRM con distanziali basculanti, vorrei
raccontarvi la mia esperienza a proposito.
MI è capitato di fare un volo prova con un telaio nuovo modello, mai volato da
me e con i distanziali basculanti in una giornata di forte turbolenza.
E già la premessa è da "polli", visto che avrei dovuto adottare più accorgimenti
prima di volare, magari anche solo farlo in una giornata più tranquilla, ma in
questa occasione diciamo che non avevo tempo di aspettare la giornata buona.
Indosso il PRM e faccio una sommaria regolazione dei cinghiaggi sulle mie
misure, distendo la vela e mi preparo al decollo. Il vento è sostenuto, quindi
il gonfiaggio e il decollo dovrebbero essere facilissimi. Alzo la vela e già mi
accorgo che sale fino a 3 quarti per poi aspettare un attimo prima di arrivare
bene sopra. Mi giro fronte vento e per un paio di volte si scompone e la devo
far ricadere (strano mi dico questa vela di solito è un treno in mezzo ai binari
una volta alzata e adesso, invece, la perdo facilmente in rollio).
Comunque decollo e mi accorgo immediatamente che si balla e altrettanto
immediatamente mi accorgo che la risposta della vela ai miei comandi è in
ritardo, breve ma in ritardo. Mi sistemo nell' imbrago, tra l' altro
confortevole, e faccio un pò di quota sempre dritto controvento. La turbolenza
mi sposta e come in una regola yoga la assecondo per poi impormi su di essa, ma
non basta perchè a una 50 di metri di quota becco una raffica laterale sx che mi
provoca una asimmetrica del 40 %, comincio a ruotare verso il basso a dx.
Tento la riapertura ma non risponde e ho il tempo di pensare che mi farò tanto
male. Sono quasi girato di 80 gradi e con il vento molto laterale, quasi alle
spalle. Insisto nel tentativo di riapertura e finalmente la vela si riapre e mi
depone a terra un pò forte, con il vento laterale, ma sano, anzi mi faccio male
ad un piede ma dopo un paio di giorni sono apposto. I giorni successivi stessa
meteo, anzi a volte un pò peggio, distanziali fissi nessun problema.
La conclusione a cui sono arrivato è che il mio incidente è stato causato dalla
mancanza assoluta di regolazione dell' imbrago con quel tipo di distanziali e su
di me.
Il ritardo percepito anche in gonfiaggio doveva farmelo capire.
Cioè, i basculanti hanno bisogno di una regolazione precisa e và fatta sul
pilota e ognuno di noi ha le proprie misure e il proprio peso, perciò
equilibrare tutto il sistema al simulatore prima
di andare in volo, secondo me è fondamentale.
Saluti Stefano Bolognini 7/10/2005
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RAPPORTO DI "INCIDENTE"
SIRACUSA, 12.35 Vola con parapendio
a Noto per reclamizzare ditta,denunciato.
(ANSA) - SIRACUSA, 8/7/2005 - Denunciato per aver usato un
parapendio a motore a scopo pubblicitario senza abilitazione volando sulla
spiaggia di San Lorenzo a Noto. S.F., 47 anni, volava con un parapendio a 15
metri d'altezza gettando volantini che reclamizzavano la sua ditta di servizio
taxi e noleggio auto. L'uomo e' stato denunciato dalla Polizia di Siracusa per
"servizio di lavoro aereo", e in particolare "lancio di volantini a scopo
pubblicitario utilizzando un parapendio a motore senza la relativa
abilitazione".
Giornale di Sicilia:
"Pioggia" di volantini, denunciato.
Un quarantasettenne aveva escogitato un metodo originale per
sponsorizzare la propria ditta: volava con un parapendio sopra la spiaggia di
San Lorenzo a Noto e poi gettava i volantini che reclamizzavano un servizio taxi
e di noleggio auto. L'accusa: ha esercitato «servizio di lavoro aereo», ed in
particolare «lancio di volantini a scopo pubblicitario utilizzando un parapendio
a motore senza la relativa abilitazione».
Aveva escogitato un metodo originale per sponsorizzare la
propria ditta: volava con un parapendio sopra la spiaggia di San Lorenzo a Noto
ad un'altezza di 15 metri e poi gettava i volantini che reclamizzavano un
servizio taxi e di noleggio auto.
L'uomo che ha escogitato questo espediente, S. F., 47 anni, è stato però
denunciato dalla polizia di Siracusa per avere esercitato «servizio di lavoro
aereo», ed in particolare «lancio di volantini a scopo pubblicitario utilizzando
un parapendio a motore senza la relativa abilitazione».
Per identificare il pilota, gli agenti hanno pensato ad uno stratagemma: hanno
preso un volantino, si sono finti clienti e hanno contattato l'uomo per il
noleggio di un auto e poi hanno provveduto ad accompagnarlo in questura per
denunciarlo.
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RAPPORTO DI INCIDENTE
ECCO
IL VIDEO DELL'EVENTO
Vela: Bionic 2
Motore: Miniplane
Accaduto: dopo aver fatto quota decidevo di scendere un poco e, sulla
verticale del campo, toglievo motore (non ricordo se l'ho messo al minimo o un
poco allegretto) ed impostavo una virata abbastanza stretta a destra, se ricordo
bene con circa il 50% di freno e circa 30° di inclinazione. Dopo un regolare
360 e senza insistere più di tanto sul comando, la semiala interna stallava
improvvisamente. Resomi immediatamente conto dell'innesco di negativo,
rilasciavo subito il comando, tant'é che la vela imbardava e rollava
immediatamente in senso opposto, solo che da quel momento in poi,
inspiegabilmente non riprendeva più a volare. La sensazione era di essere in
stallo, alternativamente a destra e sinistra, senza grosse chiusure ma ampie
oscillazioni in rollio ed imbardata. In certi momenti mi é sembrato di volare
(anzi, precipitare) all'indietro. Non potevo fare altro che rimanere a braccia
alte sperando che l'ala prima o poi partisse in picchiata e riprendesse a
volare, ma ormai ero basso e l'impatto inevitabile. Fortuna (e la mia buona
stella) ha voluto che al momento del contatto il tasso di caduta fosse
relativamente basso e il terreno, un seminato, particolarmente morbido. Ho
rimediato solo una contusione ad un ginocchio. Il tutto é durato pochi istanti,
l'innesco del negativo é documentato anche dal filmato che Massimo stava
girando.
Chiaro quel tipo di ala ha una spiccata propensione al negativo, ma resta
da capire come mai, al rilascio del comando, non abbia ripreso il volo come
normalmente accade. Possibile che ciò sia accaduto a causa di un sottovento a
dei filari di pioppi, ma resta il fatto che in quello stesso sottovento, dove si
trova l'aviosuperficie, sono decollato ed ho volato per qualche minuto senza
particolari problemi, le condizioni erano di media turbolenza e nulla più.
La vela non é mia, era in prova; Infatti la stavo provando, e per
semplice curiosità, io provo sempre di tutto e non solo per acquistare. Ti dico
che dopo cinque secondi avevo già capito che non mi piaceva, però mai avrei pensato che fosse così permalosa e
delicata...
Lo stallo era molto poco stabilizzato tant'é che ho impattato con la parte
destra del telaio e del corpo, puoi capire quanto ampie fossero le
oscillazioni... La mia impressione é che, avendo avuta quota a sufficienza e
senza emergenza, sarebbe stato meglio tirare un bel post-stallo per tentare di
uscirne. Le bretelle A neanche sarei riuscito a trovarle con le mani....
Allora meglio non provarle le ali ? Mi sembra un po' paradossale.
E' chiaro che uno va in volo per vedere proprio se una vela gli piace
oppure no, punto e basta. Quale é il suo carattere, come gira, se é lenta o
veloce, facile o difficile.. Penso che nessuno vada in volo (a parte Mike Kung e
gli altri professionisti che lo fanno per mestiere) per testare una vela sul
fronte "sicurezza". Per questo ci sono, appunto, i piloti
collaudatori, le omologazioni (e qui ci sarebbe da discutere un bel pò), la
serietà del costruttore, la prova ultima e veritiera della collocazione sul
mercato.
Anzi, ti dirò di più. Se c'é un errore che ho commesso, l'unico vero
errore, é stato proprio quello di fidarmi dell'ala. Ebbene sì, fino a sabato
scorso io mi fidavo delle vele, di tutte le vele (fra le categorie
"umane", s'intende). Sia quelle che mi piacevano, sia quelle no. Non
ero mai stato "tradito". Spaventi ne avevo presi, é chiaro
(soprattutto in libero!) ma mai a causa dell'ala. Tanto da aver maturato la
convinzione inconscia che le vele sul mercato, sono diverse fra loro ma tutte
sicure, che se non le strapazzi e non voli in turbolenza estrema, puoi stare
tranquillo. Bé, d'ora in poi sarò molto più guardingo, te l'assicuro!
Davide
Per la cronaca, tornato a casa, ho acceso il cero che ci avevano regalato
a Loreto ed ho stappato una bottiglia di spumante con mia moglie...
Tamagnini Davide tamadaus@libero.it 1
Maggio 2005
UN TESTIMONE:
In qualità di (povero) spettatore dell'incidente penso di poter rispondere con
qualche osservazione ai primi commenti.
Davide potrà eventualmente correggere con le sue rilevazioni:
ore 18,30 circa; la taglia è una 26 per cui Davide, con il Miniplane,
abbigliamento estivo e pochi litri dovrebbe essere stato entro il limite
superiore di peso indicato se non erro in 95 Kg.
i pioppi erano probabilmente a 2-300 m, l'altezza del pilota al momento
dell'innesco stimabile sui 25-30 m (ma forse anche più, difficile avere
riferimenti da terra anche perchè stavo filmando, e l'emozione rende un po'
confuso il ricordo) ci saranno stati giudicando la velocità della vela da terra
10-15 km/h di vento
imbrago standard del miniplane con attacchi alti La rotazione in negativo della
semiala destra è stata improvvisa e velocissima.
In effetti la vela alternava pendolate a destra e sinistra, con semichiusure, ma
niente affatto lente. La caduta è durata veramente pochi secondi (dal filmato
potrei risalire alla durata esatta: anche se ho perso l'inquadratura dopo
l'innesco, perchè ero in zoom, mi sembra si senta il rumore dell'impatto).
Fortunatamente il pilota ha toccato il suolo in pendolata sul lato destro e la
gabbia ha assorbito una parte dell'impatto.
Ritengo importante queste segnalazioni, poichè, anche se possono apparire come
pubblicità negativa, potrebbero salvare una vita impedendo ad altri di compiere
gli stessi errori o di incappare in situazioni analoghe ; probabilmente se
Davide fosse stato a conoscenza di quanto riportato ora da Diego forse la cosa
non sarebbe successa (l'avevo detto ma a chi? a più lo diciamo e meglio
stiamo).
Personalmente oltre ad aver a mia volta acceso il cero (la vela la stavo per
provare io per primo) per me, per l'amico e per lo scampato pericolo, farò
prezioso tesoro dell'esperienza negativa e dell'eguale spavento, e credo che per
un bel po' volero' solo con la mia vela, in assenza di vento e ben distante da
qualunque cosa si erga oltre i 5 m. dal livello del suolo (e con virate ben
dolci e lunghe).
Visto inoltre che in atterraggio bisogna pur andarci cercherò di impostare
negli ultimi almeno 100 m. di dislivello una traettoria il più possibile
rettilinea (come si conviene tra l'altro al volo a motore).
La mia esperienza in manovre non è gran chè (anche perchè il mio stile di
volo è mooolto tranquillo) ma mai mi sarei aspettato di vedere una cosa del
genere in
un 360° neanche stretto (capirei forse di più coi wing-over).
Sarei interessato a conoscere, dai più esperti o dai tecnici del produttore,
secondo la certificazione della vela ed i test effettuati, se lo stallo
asimmetrico si sarebbe dovuto comunque risolvere da solo e indicativamente in
quanti metri di dislivello.
E quest'anno, Davide, prepariamo la gita per Loreto......
Massimo Mengoli fir5238@iperbole.bologna.it
COMMENTI AL'INCIDENTE:
acc .. come al solito non è una soddisfazione, ma l'avevo detto.
premetto a me la bionic piace un sacco, tanto che quasi sicuro ne prenderò una
per me, caso assai raro, di solito le vele le vendo non le compro.
a me era "partita" ma essendo prevenuto perchè me ne sono successe
troppe, sono riuscito a recuperarla, ad un altro dei piloti del giro che
frequento è partita solo facendo dei "wingover" a 45 ° per niente
esagerati, ed è arrivato per terra.
a questo punto non mi sento di consigliare questa vela per il motore.
il costruttore ha promesso modifiche che probabilmente arriveranno presto, ma
così come è di serie è pericolosa.
resta il fatto che altri che la usano a motore stanno facendo dei gran numeri e
non hanno avuto alcun problema di stabilità, questo però potrebbe significare
che non tutte le vele sono tarate uguali, anche se il costruttore come al solito
mi ha detto, impossibile.
nell'attesa gente perchè non volare con vele più adatte ?
se mi permetti davide, la lunga esperienza in libero mi serve per poterti dire
che quasi sicuramente non hai usato la tecnica giusta per farla uscire, ma sei
ampiamente scusato, nei primi secondi è normale se non te lo aspetti, in ogni
caso è normale per una vela da libero uscire lentamente da un paracadutale, per
questo io preferisco vele più reattive per paramotore.
ah, dimenticavo, non sei andato in negativo, ma in stallo assimmetrico, non
facilissimo da distinguere; in linea di massima in negativo la vela ruota veloce
e riparte molto violentemente, in stallo assimmetrico la vela gira lenta e molto
probabilmente alternativamente a destra e a sinistra.
diego cecchetto posta@miniplane.com
Caro Davide,
torno appena stasera da Pizzo e leggo del tuo incidente.
Intanto, ti manifesto piacere e gioia nel sapere che stai bene. E pur da non
credente, comincio a pensare anch' io che la Madonna nera di Loreto faccia dei
miracoli, e il tuo non è il primo di cui ne sono indirettamente testimone.
Tornando a Pizzo vorrei contribuire al tuo racconto e sostenere le tue
sensazioni con quanto ho visto io e alcuni altri piloti.
Anche laggiù c' erano 2 bionic 2, ovviamente utilizzate con il pRM, ebbene ad
una delle 2 è successa la stessa identica cosa da te descritta. Partenza in
negativo o stallo asimmetrico, senza però la "tragica" irrisolutezza
del problema che hai avuto tu.
In quel caso il pilota, ha immediatamente interrotto la virata piatta, che stava
eseguendo, rilasciando il comando quasi nello stesso istante in cui la semiala
cominciava a stallare e questa ha ripreso il volo normalmente.
Cmq nel tuo racconto ,lo ripeto, ci ritrovo la stessa identica sequenza d'
innesco.
Ora vorrei che questa mia ulteriore testimonianza, venisse presa come tale e non
strumentalizzata, perchè parliamo di sicurezza e incolumità dei piloti, per
cui non c' è costruttore o contratto che tenga o che prevalga su questi due
argomenti.
Se un prodotto non và bene di solito i costruttori stessi, dopo aver sentito il
parere di alcuni piloti, evitano di proporlo al mercato o addirittura lo
modificano "in corsa" mandando gli aggiornamenti a chi ha già fatto
l'acquisto.
Rimane, inoltre, il fatto basilare che prima dell' acquisto le vele vanno
provate, se possibile, anche in più voli. Anche perchè le mani dei piloti sono
diverse e il feeling che uno sente di avere con quella vela, un altro potrebbe
non sentirlo affatto.
Per cui, ad esempio, Davide è venuto giù e quello che ho visto io ha
continuato a volare.
Senza entrare nelle capacità dei singoli, anche perchè Davide lo conosco e l'
ho visto volare, anzi abbiamo pure volato insieme ed è sicuramente un bravo
pilota di PRM.
Però, ha la sua mano, il suo modo di volare, che con quella vela forse non è
in sintonia, mentre per l' altro pilota potrebbe essere tutto molto più
"normale".
Cmq l' innesco c' è stato in tutti e 2 i casi e il mezzo era lo stesso.
Inoltre, a tutti quei piloti che fanno del volo un puro e semplice divertimento
più o meno occasionale, consiglio di non "precipitarsi" ad acquistare
l'ultimo prodotto appena uscito, ma di aspettare qualche mese magari prima di
decidere, oppure, chiedere, se possibile, un consiglio al suo vecchio
istruttore, che magari conosce il prodotto e soprattutto il pilota.
saluti Stefano Bolognini stefanobolog@virgilio.it
CIAO DAVIDE
MI DISPIACE DELL'ACCADUTO, SE VUOI UN COSIGLIO ACCENDINE 10 DI CERI TI E' ANDATA
BENE, SE MI PERMETTI TI CONSIGLIO DI FAR CONTROLLARE IL FASCIO PER VERIFICARE LO
STIRAMENTO, ALLUNGA I FRENI DI DIECI CENTIMETRI, PORTA CON TE SEMPRE IL
PARACADUTE DI EMERGENZA, NELLA SITUAZIONE DI STALLO PARACADUTALE STABILIZZATO
NON BASTA MOLLARE I FRENI MA DEVI SPINGERE CON FORZA LE BRETELLE A.
CIAO A PRESTO E VACCI PIANO CON LE VIRATE, SCHERZO CIAO
Maurizio Liverotti
flyliverotti@tre.it
Esprimo anche il mio parere.
Sono sempre più convinto che i pesi indicati per il volo libero non debbano
essere presi come riferimento nel volo a motore, l'assetto cabrato durante il
volo con il propulsore, induce qualunque vela allo stallo o al paracadutale più
facilmente che in libero. Inoltre se la vela è vecchia, particolarmente
cabrata, o all'uscita di qualche 360 serrato, il rischio di ritrovarsi per terra
aumenta in modo considerevole.
Saluti. Claudio Papa prodelta@rdn.it
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Da sempre, per la Ns. attività, credo nella
filosofia che dice "quello che non c' è non si rompe o non si deve
controllare". Ovviamente del necessario, in quanto tale, non si può fare a
meno. Però quello che oramai abbiamo nel Ns.PRM deve perlomeno essere
controllato ogni tanto, altrimenti...:
...le 18,30 di oggi, decolliamo, le giornate sono più lunghe e un' oretta di
volo ci stà tutta. Stacco e poco dopo me anche il mio amico (quello dell'
emergenza, per intenderci), impostiamo una rotta, volando sfalzati uno dietro l'
altro. Dopo 10 min.circa mi giro e non lo vedo più. (Anche evitare di volare da
soli, se possibile, è sicurezza, secondo me.) Inverto e vado a cercarlo, stà
girando sopra il decollo, non atterra ma rimane lì. Penso, che noia girare quà
sopra, per cui visto che apparentemente non manifesta problemi, faccio quota per
vedere a quale quota il vento impedisca l' avanzamento, visto che a terra si
avanzava a 14 Km/h da gps. Salgo a 50 mt. e si avanza più velocemente, è
chiaro che a terra è più forte che in quota. Il mio amico continua i suoi
giretti e dopo 40 min.di questo far poco, il freddo aumenta e atterriamo. Gli
vado incontro dicendogli che potevamo fare un pò di strada e poi al ritorno con
quel vento potevamo fare un pò di velocità. Ma poco dopo il decollo aveva
sentito un rumoraccio nella zona del motore che lo ha fatto desistere da
qualunque spostamento. Diamo un' occhiata e a prima vista l' unica anomalia è
l' elica leggermente sbeccata in una pala. Controllando meglio, invece, ci
accorgiamo che tutto il motorino di avviamento se ne era andato, non c' era più.
Avrebbe dovuto mandare in frantumi l' elica e non solo scheggiarla. Seguiamo il
filo elettrico e lo troviamo seminascosto dietro il filtro di spugna del
carburatore. Morale, i dadi e i 2 bulloni che tengono il motorino nell' apposito
alloggiamento si erano completamente sfilati, sbeccando l' elica e liberando il
motorino che era rimasto attaccato al filo elettrico grazie all' innesto "a
baionetta" che si infila nella linguetta che sporge dal "carter"
del motorino stesso. Nel telaio si scaricano fortissime vibrazioni che possono
dipendere da diversi motivi, tra cui anche la cattiva carburazione del motore o
l' elica non equilibrata.Tali vibrazioni possono addirittura, nei casi peggiori,
tagliare i bulloni che tengono il motore attaccato al suo supporto, o
semplicemente svitarli, per cui dedicare alcuni minuti ai vari controlli
consigliati dal costruttore, compreso quello della bulloneria è senz' altro
fondamentale per la propria incolumità.
Stefano Bolognini 04/2005
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Oggi 20 marzo 2005 un pilota del nostro club a
subito uno spegnimento accidentale in volo , la cosa e successa fortunatamente
in una zona libera da ostacoli e quindi senza problematiche per il pilota , la
causa e' da attribuire ad una fase di discesa molto prolungata da parte del
pilota il motore un solo si e' riempito come si dice in gergo e nella rimessa di
gas si e' spento, morale quando volate se fate delle lunghe perdite di quota
ogni 10 secondi date un po di accelleratore altrimenti il motore si scarbura e
si spegne , questo vale soprattutto per quei piloti vololiberisti e
paramotoristi occasionali che scambiano il paramotor per una termica artificiale
dando delle tirate da 200 metri per poi stare 20 minuti col motore al
minimo
Elio Boccolini
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VIDEO: Bassano 2000: paracarrello entra in una scia (400kB)
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Volevo quì riportare il racconto che mi è
stato fatto da un pilota di PRM perchè riporta alla serie di necessarie
attenzioni che bisogna avere nei confronti del Ns.mezzo.
Il Ns. amico pilota ha subìto uno spegnimento improvviso del motore mentre era
in volo con conseguente atterraggio di emergenza in una zona non certo ampia e
priva di ostacoli, senza conseguenze alla sua incolumità, ma con danni
consistenti al mezzo.
Il problema è nato dal raduno di Grosseto, quando la sabbia forzata dal vento
delle eliche di altri piloti in decollo, gli è penetrata nella zona del comando
gas, sporcando la parte dei contatti del pulsante di spegnimento.
Esternamente non si vedeva, ma all' interno del comando la sabbia c' era.
Morale : la sabbia si sà che è micidiale per i PRM e anche per le vele, perciò
finchè si stà in spiaggia, proteggere il più possibile tutta l' attrezzatura
e poi a casa dargli una bella ripulita. Costa fatica, ma evita incidenti! In più
attenzione a volare bassi e in zone prive di atterraggi di emergenza.
Saluti Stefano Bolognini
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Telaio: Fly Castelluccio serie Flash
Accaduto: Durante un touch-and-go, quindi col motore allegretto, su pendio, i
freni sotto al culo, il filo del gas impattava l'elica facendo un gomito nella
parte bassa dove finisce la rete. Nessun danno all'elica (blindata) ma il tubo
del rinvio del gas si é rotto. Fortunatamente il motore non é rimasto
accelerato ed é stato subito spento, i piedi erano già per terra...
Rimedi: accorciare drasticamente il rinvio dell'acceleratore, esageratamente
lungo, e/o chiudere con cordino anche la parte bassa del telaio.
Davide
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Informazione
su un incidente di volo.
Da esperienze vissute in prima persona o viste accadere ad altri si può capire
e imparare quanto siano importanti per la propria sopravvivenza delle piccole
attenzioni.
E al contrario, come delle piccole trascuratezze creino
l' inconveniente o l' incidente.
E
vengo al dunque.
Pochi giorni fà ad un amico, con il quale volo spesso,
faccio notare come gli si sia aperto un pò troppo il velcro che protegge gli
spinotti della maniglia di emergenza e di come quello scoperto sia un pò troppo
vicino all' elastico.Lui monta l' emergenza con l' aircone.
Due giorni fà mi telefona dicendomi : sai avevi ragione
il velcro era troppo aperto e lo spinotto troppo vicino all' elastico, ma io non
gli ho mai fatto niente e ho fatto diversi voli da quando tu me lo hai fatto
notare. Conclusione l' emergenza è uscita in volo da sola.
Mi sono improvvisamente sentito tirare indietro ed ho
visto la vela sorpassarmi in avanti fin quasi 90 gradi.
Girandomi indietro ho visto che l' emergenza si era
aperta e che tra l' altro mi passava dentro un distanziale.
Gli altri piloti che erano con lui hanno detto che ormai
nella classica configurazione ad "Y" stava scendendo abbastanza
velocemente.
Il racconto prosegue : riuscivo a tenere la vela con i
freni sperando di poterla direzionare nei campi puliti sotto di me ma non c' era
niente da fare.
In mezzo a 2 enormi campi di grano c' era un vigneto e
non riuscivo a spostarmi per evitarlo. Ci sono finito sopra. Fortunatamente (e
questo lo diciamo con il senno di poi) son riuscito a mettere i piedi sopra il
filo di ferro che tende i filari e che essendo ancorato da un paletto di cemento
e poi a terra mi ha ammortizzato l' impatto come su un tappeto elastico,
dopodichè la gabbia del paramotore si è incastrata nello stesso filo e mi ha
definitivamente frenato la caduta e rimanendo con i piedi leggermente sollevati
da terra non ho avuto neanche l' impatto con il terreno.
In sostanza totalmente incolume !
Evidentemente la fortuna gli è stata mooooolto amica, ma
poteva evitarsi questa esperienza, penso unica almeno in Italia, con il
paramotore, se avesse fatto un controllino a terra dell' emergenza e di dove
passava la fune di vincolo. Sottolineo che l' incidente non è dipeso dall'
aircone che tra l' altro non si è nemmeno sparato, ma dalla negligenza.
Stefano Bolognini
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Vela: Paramania Action
Telaio: spagnolo con attacchi bassi basculanti
Cosa é successo:
Maggio 2004: nel tentativo di guadagnare la massima velocità per raggiungere
due miei amici, dopo aver rilasciato completamente i trim lasciavo i freni e
allungavo le gambe sporgendomi in avanti in modo tale da inclinare il disco
elica verso il basso (é come avere più peso). Dopo qualche minuto di
navigazione in quella posizione ho udito un forte botto e vibrazioni ed é
venuta a mancare la spinta. Istintivamente ho rilasciato il gas e grazie alla
frizione centrifuga l'elica si é arrestata immediatamente e le vibrazioni sono
cessate. Ho subito compreso di aver rotto l'elica; la quota era buona e sotto di
me c'era un grande campo dove già altre volte ero decollato ed atterrato. Perciò
con calma girando la testa ho cercato di constatare l'entità del danno ed i
motivi del cedimento. Dalla parte destra del telaio, un cordino del freno si era
intrufolato nella rete e la relativa maniglia penzolava dentro. Subito ho
recuperato la maniglia e verificato la sua integrità. La maniglia era intatta
ma i segni dell'impatto con l'elica inequivocabili. Con colpetti di gas ho fatto
ruotare l'elica per vedere bene entrambe le pale, e decidere se per caso fosse
ipotizzabile ridare gas per tentare di ritornare alla macchina, ma una delle due
era dimezzata. Perciò ho spento il motore e mi sono concentrato
sull'atterraggio. Dal sibilo dei cordini e dalla scarsa quota rimasta mi sono
accorto di come la velocità fosse particolarmente elevata ed ho realizzato di
avere ancora i trim rilasciati. Li ho regolati nella posizione standard al 30% e
sono atterrato di fianco alla strada.
Un altro mio amico che mi seguiva in volo si é abbassato ed a voce mi ha
chiesto se avessi bisogno di un recupero; bontà sua mezz'ora dopo ero già di
ritorno alla vettura.
Danni riportati: un'elica da buttare e il nottolino metallico sulla maniglia del
freno asportato.
Rischi subiti: un atterraggio fuoricampo in zone pericolose o l'avvolgimento del
cordino del freno sul mozzo dell'elica...
Considerazioni: in un successivo volo con una vela diversa constatavo che anche
rilasciando i freni ed inclinandomi in avanti le maniglie rimanevano ben lontane
dalla rete. Riprovando con la Paramania, notavo invece che a trim rilasciati, le
bretelle "C" e "D" sono completamente lasche e fanno la
pancia, le fettuccie con le carrucole dei freni sono lunghette e probabilmente
anche a causa della velocità superiore alla media le maniglie stesse svolazzano
orizzontali e parecchio indietro. A ciò si aggiunga la diversa posizione della
gabbia con gli attacchi bassi in relazione alle bretelle ed in confronto ai
classici attacchi alti ai quali sono abituato, l'inclinazione in avanti
volutamente provocata, la rete a maglie piuttosto larghe e la frittata é fatta.
Rimedi: ora se lascio le maniglie, per qualsiasi motivo e con qualsiasi vela e
telaio, semplicemente prima le aggancio al loro attacco magnetico.
Inoltre se devo sporgermi in avanti con gli attacchi bassi o se c'é turbolenza
le tengo in mano...
Commenti: viva le eliche in legno tenero non blindato, che appena toccano
qualcosa vanno in pezzi!...
Davide Tamagnini
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Domenica 21 marzo 2004 e' successa una cosa abbastanza pericolosa ,
praticamente un mio amico pilota da diversi anni di paramotor si e' beccato un
twist in fase di decollo con il paramotor , per sua fortuna la cosa si e'
risolta in maniera non grave solo con un leggero spavento ma senza danni ne per
lui ne per il telaio.
Al momento del controllo dell'attrezzatura abbiamo scoperto che le fasce di
attacco alla vela in prossimità dei moschettoni si erano girate sulla piastrina
che stringe la fascia e la piastrina aveva fatto scorrere la fascia di 4 cm
questo aveva provocato una flessione del telaio verso sinistra accentuando la
coppia motrice del motore.
Il risultato e' stato che al momento che il pilota , dico con grande esperienza
forse uno dei migliori della mia zona , staccando da terra con una certa spinta
da parte sua generava un alleggerimento nel telaio e scaturiva una roteazione
verso sinistra molto violenta; rimessa in sesto la fascia e le varie misure
riprovava con cautela per 4 \ 5 volte il decollo senza avvertire più la
situazione.
Tale problema si e' verificato con un telaio da 130 cm con un motore Simonini
attacchi all'italiana distanziali apribili , quindi chi avesse un paramotor
magari di questo tipo e riscontrasse una leggera tendenza in decollo ad essere
trascinati verso sinistra controllare l'imbrago urgentemente.
Elio
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All'inizio ho commesso un errore, tempo fa: volevo volare in paramotore
senza spendere soldi. Mi sono cimentato in tentativi di decollo con catafalchi
assurdi e vele non adatte, rimediando sudore, stanchezza ed anche una bella
botta. Da quando mi sono deciso a comprarmi una attrezzatura degna di questo
nome, non ho più avuto problemi. E' brutto da dire ma é così, il nostro é
uno sport piuttosto caro (niente in confronto ad altri, s'intende) e bisogna
rassegnarsi a fare un discreto investimento se non si vogliono avere problemi.
Soprattutto, il rischio più grosso con una attrezzatura inadeguata é quello di
farsi una idea COMPLETAMENTE SBAGLIATA di cosa sia in realtà il paramotore,
vale a dire uno sport facile, bello e sicuro.
Una volta sono decollato con un freno attorcigliato, un'altra senza avere una
maniglia in mano (!), allora ho inserito nella check-list prima del decollo
un'occhiata ai freni e rispettivi cordini (che devono andare direttamente alla
relativa carrucola). Un paio di volte sono andato in volo con un nodo nei
cordini, una volta nell'orecchia (risolto chiudendo e riaprendo l'orecchia
stessa) e un'altra volta vicino al centro del bordo d'uscita (risolto solamente
tirando giù una bella asimmetrica). In entrambi i casi il problema era quasi
invisibile al pilota e non vedo altro modo di prevenirlo se non con un
pregonfiaggio (ma non sempre é possibile). L'errore più grave che ho commesso
é stata una riattaccata in un atterraggio difficile talmente tardiva che ho
sfiorato il terreno con il telaio, per fortuna senza conseguenze se non per
l'elica che nel polverone generale si é mangiata qualche sassolino. Morale: se
si vuole riattaccare bisogna farlo in tempo utile, sennò meglio lasciar perdere
e rassegnarsi ad un atterraggio pesante.
Un mio amico si é
dimenticato di riagganciare il rinvio dell'avviamento a
pedale e poco dopo il decollo la pedalina é finita nell'elica distruggendo
tutto. E' atterrato pesantemente in un campo di granoturco fiaccando anche
il telaio. Nessuna conseguenza per il pilota.
Un altro mio amico ha insistito a voler decollare a tutti i costi con la
vela storta e dopo una rocambolesca rincorsa é finito contro ad una macchina
parcheggiata di lato al campo di volo. Danni alla vettura e all'elica,
nessuna conseguenza per il pilota. Lo stesso due settimane dopo (non é un
pilota molto sveglio!) é riuscito a centrare un ballone di fieno, sempre in
fase di decollo, distruggendo completamente l'elica che avevo appena
riparato io stesso...
Un pilota con un motore potente ed il pettorale regolato
troppo stretto, andava in twist in seguito ad una forte accelerata in virata. Il
pilota é riuscito fortunosamente ad atterrare all'indietro.. Non so nulla di +
preciso.
un mio amico due settimane fa ha rotto l'elica in
decollo per aver cercato di decollare con un freno attorcigliato (e la
check-list?).
.. Una piantata motore é avvenuta perché il filo della candela toccava il
collettore di scarico, dopo pochi minuti di volo la guaina si é sciolta e il
filo é andato a massa.
Davide Tamagnini
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Io ho avuto una piantata motore, proprio durante una gara di navigazione
che mi ha costretto a fare un atterraggio di emergenza, per fortuna senza
problemi, in un bel prato di fianco all'autostrada.
Volo sempre con in vista un possibile atterraggio, e quella volta ho avuto
(subito dopo l'attimo di panico) addirittura il tempo di provare a riaccendere
il motore, ma senza esito.
Una volta atterrato ho controllato: la causa (si può essere più bambi) avevo
lasciato chiuso il rubinettino della benzina, in realtà lo sfiato dell'aria !
Avevo comunque volato per quasi un'ora e la depressione creatasi all'interno del
serbatoio lo aveva "schiacciato" come una spugna.
Appena riaperto c'é stato un sibilo incredibile dovuto all'aria richiamata nel
serbatoio.
Da allora lascio sempre aperto il rubinettino.
Giovanni Menna
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