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RICORRENZE VOLTIANE - L'ESPOSIZIONE DEL 1899
Nel lontano 1899, in occasione del Primo Centenario dell'Invenzione della Pila, si tenne la prima grandiosa Esposizione Voltiana, alla quale parteciparono numerose industrie italiane e straniere; si svolsero parecchie manifestazioni scientifiche, culturali, artistiche e sportive. Presenziarono i migliori nomi della scienza e dell'arte dell'epoca. Venne inaugurata il 20 maggio alla presenza di S.M. re Umberto I, il Re Buono. L'Esposizione occupava tutta l'area compresa a levante, dell'attuale via Guglielmo Marconi, ai tempi Viale dei Bazar, dove fino a pochi decenni fa sorgeva la Stazione Merci - Como Lago delle FF.SS; a meridione dal viale Fratelli Rosselli, già via 27 Maggio, a settentrione dal lago ed a ponente sino a via Campo Garibaldi. Il nome di questa via risale storicamente all'arrivo di Garibaldi in Como e con questa dizione si chiamò tutto il Prà Pasquée a sinistra del Torrente Cosia. Nella foto: veduta dell'Esposizione a volo d'uccello
Il progetto, nella sua parte architettonica e decorativa, si deve all'ing. Eugenio Linati. La facciata principale era in stile Impero, stile che ricordava l'epoca dell'invenzione della Pila. La superficie complessiva coperta dalle gallerie era di circa mq 15.000. Di questi mq 4.000 circa furono destinati alla Esposizione serica, ed i rimanenti alla Esposizione di elettricità ed all'impianto motore. Nella foto: la facciata Essa comprendeva:
- Esposizione dei cimeli voltiani
- Esposizione internazionale di elettricità
(Nella foto: la galleria dei motori e dei generatori elettrici)
- Esposizione nazionale serica
- Esposizione di belle arti
- Esposizione di floricoltura
- Esposizione dei mobili di Cantù
- Esposizione delle piccole industrie locali
- Esposizione internazionale di macchine
Ad evitare il pericolo di una inondazione, il piano del pavimento delle gallerie venne, mediante una solidissima impalcatura, realizzato a metri 4,20 sullo zero dell'idrometro; livello che non fu mai raggiunto dall'acqua del lago nemmeno nelle più memorabili piene.
Solo dopo 50 giorni di gloriosa vita, sabato 8 luglio, "la Fata Bianca". come era chiamata l'Esposizione, venne completamente divorata da un violento ed improvviso incendio. La catastrofe sembra sia stata causata dal corto circuito di due fili conduttori nel sottosuolo presso la mostra del Ministero della Marina. In 45 minuti era ridotta ad un enorme ammasso di macerie fumanti. L'incendio scoppiò alle 9.45 ed alle ore 10.30 tutto era cenere, calcinacci e ferro annerito e contorto. Alle undici il vasto incendio era quasi spento e la splendida e superba Esposizione non era altro che un macabro spettro. Fortuna volle che non vi fu alcuna vittima, salvo parecchi feriti ma nessuno gravemente. La sera stessa dell'immane sciagura, alcuni industriali e parecchi volonterosi cittadini avevano già levato il grido della riscossa: "Post Fata resurgo". Il giorno successivo, alla sera della domenica, le prime somme così tempestivamente offerte già superavano le 20.000 lire. (Difatti l'energia e la concordia dei Comaschi non si smentirono; il loro coraggio fu grande come la loro sventura). Fu subito iniziato il lavoro di sgombero delle macerie del funesto incendio e si proseguì a pari passo con quello di riedificazione. L'architettura dei nuovi edifici fu ancora di stile impero tratto liberamente e con molto brio. Giorno e notte fu un continuo affacendarsi di operai che alzavano travi, montavano capriate, costruivano impalcature e tetti, con lavoro così poderoso ed alacre.
L'esposizione dei Cimeli Voltiani fu allestita in parte, presso il Museo Civico, dove vennero esposti i ricordi personali di Alessandro Volta ed i Cimeli salvati dal rogo, mentre in un chiosco della nuova Esposizione, le fotografie, le copie dei cimeli e gli avanzi recuperati dall'incendio. Puntuale con la data stabilita, domenica 20 agosto, dopo solo 43 giorni dall'incendio, l'esposizione venne riaperta al pubblico in formato più ridotto per la necessità di una rapida esecuzione, ma degna di uguale prestigio ed interesse, con il pregio inestimabile di essere il prodotto di un miracolo di energia e di volontà. Nella foto: i cimeli di A. Volta conservati al Museo Giovio di Como
Per l'occasione, il Maestro Giacomo Puccini fu invitato a scrivere una pagina di musica ed il grande Maestro compose una marcetta brillante per pianoforte dal titolo "Scossa Elettrica".
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